AVELLA. Morelli, il grillino che non ti aspetti. Parla il candidato a sindaco del M5S
di Filomena Petrillo
Per la prima volta, dopo 20 anni, si presenta nel Mandamento Baianese una lista di partito. A farlo sarà il M5S che ha schierato, come suo candidato a sindaco, l’ingegnere Biagio Morelli. Lo abbiamo intervistato per capire come verrà strutturata la loro campagna elettorale e quali sono i loro obiettivi.
Avete scelto di presentare una lista di partito. Quali sono le motivazioni di una scelta inusuale come questa?
“Abbiamo presentato per ora solo la documentazione per ottenere la certificazione della lista e l’utilizzo del simbolo. Avremo una lista di attivisti del M5S, questo è sicuro. Abbiamo fatto questa scelta, seguendo un cammino non facile, considerando che l’opposizione a un atto amministrativo risulta problematico per un’opposizione (in genere con un ricorso al TAR), da qui, la necessità di avere una struttura partitica, che permettesse di avere un supporto logistico e legale anche solo per l’acquisizione degli atti: i parlamentari hanno competenza e diritto di ispezione su tutto il territorio nazionale. Considerando il panorama politico nazionale solo il M5S è stata la scelta naturale per un gruppo di persone come il nostro che porta la questione morale e gli interessi dei cittadini al centro del dibattito e dell’azione politica.”
Quindi vi presentate per perdere?
“Si, ma non nel senso che crede. Siamo fermamente convinti che il processo di democratizzazione e di moralizzazione della politica e della società civile avellana non possa esaurirsi con una campagna elettorale. Da almeno 30 anni la vita politica è stata colonizzata dalle stesse famiglie e dalle stesse persone. La musica non cambierà semplicemente con un nuovo direttore, lasciando gli stessi orchestrali. Figuranti che appartengono a famiglie numerose ma che non sono in grado di dare nessun contributo alla collettività. Abbiamo bisogno di un progetto che metta al centro il cittadino per bene e che porti all’interno delle amministrazioni una figura ormai scomparsa, quasi mitologica: l’uomo onesto. Inizieremo da lì. Costringeremo chi amministra ad operare con oculatezza e contrasteremo tutti gli interessi personali. Il M5S ci darà l’assistenza organizzativa per farlo. Le assicuro: quando questa gente capirà che con i pentastellati non possono più perseguire i loro interessi, anche la politica per loro sarà meno appetibile. Tra qualche anno questi signori perderanno anche il vizio di presentarsi alle elezioni e saranno solo un ricordo.”
Quale sarà il tema centrale della vostra campagna elettorale?
“La tracciabilità e la gestione di ogni euro pubblico. Partire da questo punto è essenziale: non solo si ha la riduzione degli sprechi ma anche il risparmio per reinvestire. Senza contare che se smettiamo di fare lavori per consumare soldi, il nostro territorio risulterà meno aggredibile per la criminalità organizzata: non viviamo nell’ambiente ovattato che tutti crediamo. I recenti e violenti fatti di cronaca sono ancora vivi nella memoria di ogni avellano. Oggi la camorra si tuffa sugli appalti, domani toccherà ai commercianti. E questi amministratori, che dovrebbero ergersi a estremo baluardo contro gli interessi criminali, offrono spesso porte aperte a chi ha obiettivi che contrastano con il benessere collettivo. Noi tutti non possiamo permetterci il lusso di essere amministrati da chi sfrutta in maniera parassitaria la collettività nella quale egli stesso è inserito.”
Parliamo di beni culturali, Avella ne è piena. Secondo lei è giusto continuare l’opera di Biancardi oppure bisogna dare priorità ad altro?
“Riferendoci agli investimenti che sono stati fatti negli ultimi anni sui beni che hanno maggior rilevanza sul nostro territorio, parlo del Castello Normanno e dell’Anfiteatro Romano, le dico che somme ingenti sono state spese nell’ultimo ventennio, quasi 10 milioni di euro. Questa somma non ha prodotto alcun posto di lavoro stabile sul territorio. È chiaro che dobbiamo cambiare registro. La cultura non è questa. Questi interventi non solo non hanno prodotto ricadute occupazionali, ma essendo state realizzate da chi non ha alcuna sensibilità estetica, hanno deturpato e gravemente danneggiato il nostro patrimonio. Proponiamo un cambio di rotta deciso. Il patrimonio da valorizzare e pubblicizzare è quello ambientale. Dobbiamo pianificare una serie di interventi diffusi, che mirino sistematicamente alla creazione di attività stabili e continuate. Non ricchezza immediata per imprese e progettisti in cerca di lucro con appalti e parcelle ben retribuite. Nelle domeniche che verranno, presenteremo nei nostri gazebo pubblici volta per volta i punti programmatici, che saranno sviscerati con somme disponibili e, soprattutto, indicheranno le ricadute occupazionali. Una rivoluzione culturale che non ha precedenti sul nostro territorio, che tutti sono impegnati a condividere in maniera diretta.”