FALLIMENTO UFFICIALE – Una delle aziende auto più grandi d’Italia entra in crisi: lavoratori nel panico e stipendi bloccati | 6.000 posti a rischio

Azienda auto (Foto di Maksym Kaharlytskyi su Unsplash) - mandamentonotizie.it
Grave crisi nel panorama delle auto: una delle aziende più note rischia il fallimento. Centinaia di lavoratori a rischio.
Un colosso dell’automotive sta crollando. Una decisione pesantissima è stata comunicata nelle ultime ore, lasciando migliaia di famiglie italiane in attesa, con il fiato sospeso.
A rischio non ci sono solo i numeri, ma persone, vite, competenze. E il futuro di intere aree industriali del Paese.
La notizia è riportata da money.it. Una delle più importanti aziende del settore ha avviato ufficialmente la procedura di fallimento. Gli stabilimenti restano aperti – per ora – ma la tensione è già alle stelle.
In gioco ci sono oltre 6.000 posti di lavoro solo sul territorio italiano. Alcuni impianti sono già in fibrillazione, i sindacati parlano apertamente di “panico tra i lavoratori”, e il Governo è stato chiamato a intervenire per scongiurare un disastro industriale.
Fallimento per la grande azienda auto
Solo a quel punto, con una nota che conferma le indiscrezioni, arriva il nome: Marelli, uno dei giganti mondiali della componentistica per auto, nato dalla fusione tra Magneti Marelli e la giapponese Calsonic Kansei. L’11 giugno 2025 ha ufficialmente fatto ricorso al Chapter 11, la procedura fallimentare statunitense pensata per ristrutturare i debiti pur mantenendo l’attività.
Una scelta che arriva dopo anni complicati, culminati con un debito che ha superato i 4 miliardi di dollari, spiega ancora il sito citato. Il fondo KKR, proprietario dell’azienda dal 2019, aveva cercato una via d’uscita, anche attraverso una potenziale cessione al gruppo indiano Motherson, disposto a mettere sul tavolo 700 milioni. Ma gli accordi con i creditori non sono mai stati raggiunti.

Cosa ci aspetta adesso
Ora Marelli ha ottenuto un finanziamento da 1,1 miliardi di dollari, con cui garantire la sopravvivenza nell’immediato. “È la strada migliore per rafforzare il bilancio e convertire il debito in capitale”, ha dichiarato il CEO David Slump. Ma la partita vera si gioca nei prossimi 45 giorni, durante i quali potrebbero arrivare offerte che possano migliorare la situazione.
I sindacati hanno parlato di “estrema preoccupazione” e chiesto l’apertura urgente di un tavolo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il rischio è la dispersione di competenze, posti e stabilimenti, in un settore già duramente colpito. I siti più a rischio sarebbero quelli legati a Stellantis, come Melfi, Sulmona e Caivano. Ma nessuno dorme sonni tranquilli. “Non sono più tollerabili ulteriori rinvii”, avvertono i rappresentanti dei lavoratori. E ora tutti guardano a Roma: serve una strategia, prima che sia troppo tardi e che centinaia di lavoratori rischino di rimanere senza stipendio.