Taglio pensioni, la Corte ti restituisce i soldi persi fino a 6.000€ di arretrati | Domande entro luglio o perdi tutto

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Sentenza della Corte (Foto di KATRIN BOLOVTSOVA da pexels) - mandamentonotizie.it

La Corte ha deciso: il taglio alle pensioni è ingiusto, lo Stato deve restituire i soldi che ha preso ai cittadini. Fino a 6000 euro di arretrati. 

Le pensioni sono un argomento che fa sempre discutere: troppo basse per molti, spesso ingiuste, quasi mai equilibrate rispetto ai sacrifici di chi ha lavorato una vita intera. Non è raro sentirsi delusi o penalizzati dal sistema, al quale si è dato tanto.

Molti pensionati poi si sono accorti che i loro assegni, nel tempo, sono cresciuti meno di quanto avrebbero dovuto. Una perdita che sembra piccola all’inizio, ma che accumulandosi può arrivare a migliaia di euro.

La domanda è: perché succede? E soprattutto, c’è modo di recuperare quei soldi che sembrano spariti senza spiegazioni? La risposta potrebbe sorprendere più di qualcuno.

Una recente decisione importante ha aperto una porta inattesa: ora c’è la possibilità di riavere indietro fino a 6.000 euro di arretrati. Ma per farlo, bisogna muoversi in fretta.

Taglio pensioni ingiusto: lo Stato deve risarcire

Tutto nasce, spiega quifinanza.it, da un’ordinanza del Tribunale di Trento, che ha sollevato un dubbio importante: è davvero giusto il modo in cui sono state rivalutate (cioè aggiornate) le pensioni negli ultimi anni? Secondo i giudici, qualcosa non quadra. E la parola ora passa alla Corte Costituzionale.

Il problema riguarda una norma introdotta dal Governo che, anziché aumentare le pensioni in base a fasce (come succede con l’Irpef), ha deciso di applicare una riduzione su tutta la pensione. Questo ha penalizzato soprattutto chi riceve assegni medio-alti, a partire da circa 1.650 euro netti al mese. Il risultato? Migliaia di euro persi, ogni anno, da chi aveva solo seguito le regole.

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I soldi restituiti (Foto di Tumisu da Pixabay) – mandamentonotizie.it

La decisione della Corte

Il pensionato che ha fatto ricorso ha messo in discussione non solo i soldi persi, ma un principio fondamentale: se versi di più, devi ricevere di più. È il patto alla base del sistema contributivo. Ma con il metodo usato negli ultimi due anni, questo patto è stato rotto. E ora la Corte dovrà decidere se quelle regole sono addirittura incostituzionali.

Se la Corte dovesse dare ragione al ricorrente, potrebbe aprirsi uno scenario storico: il ritorno al vecchio sistema e la restituzione delle somme tagliate. Si parla di arretrati fino a 6.000 euro. La Cgil, leggiamo sempre sul sito citato, ha commentato soddisfatta : “È una decisione che rappresenta un passaggio fondamentale nella nostra battaglia contro un sistema iniquo e penalizzante, che ha colpito milioni di pensionati e pensionate negli ultimi anni”. Non serve fare rumore: serve solo informarsi, agire e far valere i propri diritti. Prima che sia troppo tardi.