Avellino, il boss che dal carcere sfida lo Stato usando uno smartphone. L’indignazione della politica

Avellino, il boss che dal carcere sfida lo Stato usando uno smartphone. L'indignazione della politica (mandamentonotizie.it / pexels)

Sfida lo Stato dalla cella del carcere. Cosa sta facendo il boss Luigi Pastore
Condannato definitivamente per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti e violenze perpetrate in carcere, il boss Luigi Pastore di fatto anche da dietro le sbarre sta continuando a far parlare di sé. Nonostante la carcerazione, infatti, il boss ha tra le sue mani uno smartphone, che adopera spesso per postare contenuti online e fare delle dirette sui social.
I messaggi sono chiari e sono una dichiarazione di sfida allo Stato che, considerando le circostanze, si può dire che sia stato sconfitto nella missione rieducativa del carcere, almeno per quanto riguarda il percorso che fino ad ora ha fatto Pastore.
Il boss che dal carcere fa dirette sui social: una denuncia dal basso
A denunciare i fatti sarebbe stata una cittadina comune che, raccogliendo tutto il suo senso civico, ha deciso di documentare le stories, i video e le dirette di Pastore, soprattutto quelle in cui sfoggia atteggiamenti provocatori. In alcune, infatti, festeggia Pasqua o Capodanno, sfoggia cellulari e banconote e sfida in modo diretto l’autorità carceraria e, quindi, lo Stato. Quando le autorità hanno saputo di questo caso, hanno dovuto ammettere che non si tratta purtroppo di un’eccezione: il possesso di smartphone da parte dei detenuti è frequente e, nonostante tutti i tentativi degli agenti, questa piaga sembra difficile da guarire.
Dopo la segnalazione da parte della cittadina, la notizia ha fatto il giro d’Italia e renderla di dominio pubblico è stato Francesco Emilio Borrelli. “Quello che sta accadendo è vergognoso e inaccettabile. Luigi Pastore è stato condannato per traffico di droga e violenza dietro le sbarre, ma continua ad avere libertà d’azione attraverso i social come se nulla fosse“, ha dichiarato.

Le parole di Borrelli
Il deputato, sottolineando la gravità della situazione, punta il dito contro i controlli nelle carceri che, a suo dire, sono scarsi e poco efficaci. “Da tempo denunciamo l’urgenza di intervenire seriamente con la schermatura elettronica dei padiglioni detentivi, per bloccare ogni forma di comunicazione illecita e impedire che i boss continuino a comandare dalle celle”, ha detto. Il deputato ha poi annunciato che invierà al Ministero della Giustizia una richiesta formale affinché si verifichi in modo puntuale questa vicenda del boss Pastore, così che almeno all’interno di quell’istituto non capiti più.