Tuo figlio cade dalla bici, adesso è reato e ti becchi 1.800€ di multa | Anche se lo aiuti ti fanno pagare lo stesso

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Caduta in bici (Foto di Zen Summer su Unsplash) - mandamentonotizie.it

Un bambino cade in bici, il padre segnala l’incidente e viene multato. In Italia succede anche questo. Ecco l’assurdo reato. 

Cadono. Sempre. Se hai un figlio, lo sai: possono stare seduti immobili, ma un modo per finire per terra lo trovano lo stesso. Biciclette, monopattini, palloni, scale, non c’è superficie che non possa diventare trappola, nemmeno il pavimento di casa. Eppure, fa parte del gioco: imparano così. Con qualche sbucciatura e un cerotto con i dinosauri.

E poi c’è il genitore. Sempre lì, a distanza di sicurezza, pronto con la mano tesa, la bottiglietta d’acqua e il classico “non è niente, su, rialzati”. Ma a volte non basta. Perché il mondo fuori non è fatto solo di marciapiedi lisci e strisce ben disegnate. Ci sono buche, ostacoli. Ed è ancora più facile cadere.

La cosa incredibile è che oggi non basta nemmeno fare il genitore come si deve. Puoi stare accanto a tuo figlio, aiutarlo a rimettersi in piedi, avvisare le autorità, e sorpresa: ti arriva una multa. Non per quello che hai fatto, ma per quello che, secondo qualcuno, non sei riuscito a evitare.

Sembra una gag di qualche vecchia sitcom. E invece no: è tutto vero. E succede in Italia. Dove, sennò?

Se tuo figlio cade dalla bici ti becchi una multa

Succede in provincia di Milano, a Lainate, come segnala leggo.it. Un bambino di otto anni passeggia con il papà, in bicicletta. Pedala tranquillo lungo una pista ciclabile finché non si trova di fronte a un ostacolo imprevisto: un camion parcheggiato dove non dovrebbe nemmeno essere. Lo urta, cade, si fa male a una spalla e al mento. Niente di grave, per fortuna. Il padre lo cura a casa, poi avvisa la polizia locale, pensando di fare la cosa giusta. E invece.

Dopo settimane di silenzio, la sorpresa: a casa arriva una multa. Non al camionista per la sosta selvaggia. Al padre. Già, proprio lui. L’accusa? Non aver impedito al figlio di “commettere una violazione”. Sì, perché in base a un’interpretazione dell’articolo 141 del Codice della Strada, un genitore dovrebbe – letteralmente – evitare che il proprio figlio vada addosso a un ostacolo, anche quando quell’ostacolo è lì illegalmente, come in questo caso.

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Bambino in bici (Foto di Markus Spiske su Unsplash) – mandamentonotizie.it

Un paradosso tutto italiano

La cifra non è enorme: poco meno di 40 euro. Ma il principio lascia perplessi. Il bambino cade, il padre segnala tutto, e alla fine quello multato è chi si è preoccupato, non chi ha creato il pericolo. Il camionista? Nessuna notizia. Nessuna sanzione. Nessuna responsabilità.

Il padre, tra lo stupore e l’amarezza, paga e invia una PEC al Comune e alla polizia locale per chiedere spiegazioni. Risposte? Nessuna. E così resta solo un paradosso tutto italiano: se tuo figlio si fa male e provi a fare la cosa giusta, potresti comunque passare dalla parte del torto.