Tassa gatti, da settembre il condominio ti fa pagare fino a 2.500€ se vuoi continuare a tenerli | Non sono più ammessi gattari

gatti in condominio

Gatto in casa (Foto di Erik-Jan Leusink su Unsplash) - mandamentonotizie.it

Arriva la tassa sui gatti: chi vive in condominio da settembre per stare con il suo peloso dovrà pagare fino a 2500 euro. 

Tieni il tuo gatto in casa? Occhio perché settembre potrebbe portare qualche brutta sorpresa in bolletta se vivi in condominio.

Circolano voci di regolamenti condominiali sempre più rigidi, multe salate e persino costi aggiuntivi per chi condivide il proprio spazio con un quadrupede domestico.

A quanto pare, la linea tra “animale da compagnia” e “disturbo condominiale” si sta facendo pericolosamente sottile. E quando in mezzo ci sono abitudini, libertà e spazi condivisi il malumore è garantito.

Il punto è che non tutti sono amanti degli animali, e purtroppo il livello di tolleranza è sempre più esiguo. Come se un silenzioso quadrupede fosse più fastidioso della signora del piano di sopra che sposta i mobili alle 7 del mattino o gira con i tacchi a mezzanotte. Vai a capire. Eppure, arriva la tassa sui gatti. 

Tassa sui gatti: convivenza difficile in condominio

A far scattare l’allarme è la gestione – o meglio, la mancata gestione – di certi amici a quattro zampe che vivono stabilmente in aree comuni. Gatti liberi, sì, ma in zone dove la convivenza con gli umani è tutt’altro che semplice.

Parliamo delle colonie feline, tutelate dalla legge, ma spesso al centro di battaglie condominiali degne di un film drammatico. Se ben curate, nessun problema. Ma basta qualche ciotola abbandonata, un po’ di odori “sospetti” o un’invasione notturna in garage per trasformare il cortile in un campo di guerra.

gatti colonia
Gatti in cortile (Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay) – mandamentonotizie.it

Quando il compagno peloso diventa ingombrante

E allora via con le segnalazioni, le lettere all’amministratore, i controlli delle autorità. Se la situazione è ritenuta critica per motivi igienici o di sicurezza, spiega brocardi.it, il Comune può intervenire d’urgenza: ordinare lo spostamento dei gatti, imporre regole e, nei casi peggiori, far arrivare sanzioni fino a 2.500 euro.

Chi si prende cura delle colonie – i famosi “gattari” – rischia anche denunce se la gestione viene considerata dannosa per la salute pubblica. E non basta dire “ma sono solo gatti!”. La legge è chiara: chi alimenta, deve anche vigilare. La buona notizia comunque è che nessuno vuole cacciare i gatti. Ma sicuramente serve buon senso: sterilizzazione per evitarne il moltiplicarsi senza regole, igiene, orari chiari per l’alimentazione e, soprattutto, dialogo. Tra condomini, con il Comune, con la Asl. Perché amare gli animali è bellissimo. Ma farlo nel rispetto degli altri  è obbligatorio, anche per evitare spiacevoli conseguenze, per la sicurezza degli stessi felini.