Avellino, 12mila lavoratori precari rischiano di rimanere a casa: la giustizia al collasso

Avellino, 12mila lavoratori precari rischiano di rimanere a casa: la giustizia al collasso (mandamentonotizie.it / pexels)

La protesta ad Avellino è sempre più forte: 12mila lavoratori precari rischiano il posto
La situazione dei lavoratori della giustizia, ad Avellino, è preoccupante. Proprio in queste ore, molti di loro sono scesi in piazza per palesare a tutti la fragilità del loro posto di lavoro e per chiedere a Roma delle certezze in merito al proprio futuro. La richiesta è una sola ed è quella di stabilizzare i 12mila lavoratori del Pnrr Giustizia: addetti all’Ufficio per il Processo, tecnici di amministrazione, operatori data entry e molti altri profili, infatti, rischiano oggi di rimanere a casa.
Dall’epilogo dei loro contratti a termine è passato un anno esatto e, dopo 365 giorni, questi lavoratori non se ne stanno più in silenzio ed alzano un solo grido. A Roma, cioè al Governo, chiedono la stabilizzazione delle loro figure professionali. Dall’altra parte, però, c’è solo silenzio.
Avellino, 12mila precari chiedono stabilità ma Roma non risponde
Se da un lato i 12mila lavoratori irpini chiedono stabilità, dall’altro invocano anche la strutturazione definitiva dell’Ufficio per il Processo e di tutte quelle strutture introdotte dal Pnrr, così che le nuove professionalità diventino concrete, stabili e che i lavoratori conquistino il tempo indeterminato tanto agognato. Se ad Avellino i lavoratori sembrano avere le idee chiare, dall’altro lato da Roma non arriva alcuna risposta e pare che ai piani alti la stabilizzazione dei precari non sia un tema così urgente. Di fatto, però, è proprio questa tematica quella dalla quale iniziare, se si vuole procedere verso la riduzione dell’arretrato e verso l’accorciamento dei tempi processuali. Se infatti si stabilizzano le figure professionali della giustizia, è possibile che i processi si velocizzino e che tutto funzioni meglio.
Ad Avellino, però, i lavoratori non hanno dubbi: o ottengono la tanto desiderata stabilità, o la protesta in piazza continua. Le mobilitazioni vanno avanti già da due giorni e i precari non hanno intenzione di smettere.

La risposta di Roma ai lavoratori di Avellino
I lavoratori precari irpini non hanno intenzione di cedere e, soprattutto, non sono disposti ad accettare alcuna scusa o alcun ritardo. Men che meno, sono disposti ad ascoltare la favola degli ostacoli economici, spesso tirata in mezzo quando si parla di stabilizzazione dei contratti. A loro dire, infatti, la loro situazione non è dovuta ad una mancanza di denaro necessario a rendere i loro contratti stabili, ma a una precisa volontà politica.