Dai palchi e dai palchetti che saranno allestiti per le campagne elettorali, per il presente e per il futuro, sentiremo, probabilmente, lo stesso ritornello che confermerà, a quanto pare, la precarietà stagnante nel Mandamento Baianese. Tutti, infatti, giocoforza, vorranno sentirsi attori importanti nella promozione di quel cinquantenario discorso legato all’Unione dei Servizi del Baianese. Un discorso, in verità, ormai profondamente datato che si è appantanato nei meandri della burocrazia mandamentale, e che procede, malgrado la maturità dei tempi, a rilento. Basti solo pensare che tra la riunione inaugurale e quella successiva per tentare di promuovere progetti in simbiosi tra i sei comuni per la gestione associata ci sono voluti quattro mesi esatti. Al cospetto di ciò non sorprende l’indifferenza dell’elettorato che probabilmente non sa ancora di che si sta parlando. L’Unione, oggi, così come messa, potrebbe rappresentare solo uno strumento per passerelle, o per permettere una visibilità politica in ottica “intercomunale” dai ritorni pressochè nulli.
Il discorso, dunque, si presenta molto difficoltoso anche perché l’Unione del Baianese è chiamata prettamente alle fasi organizzative e di gestione rispetto a all’Area Vasta. Un discorso congiunto, questo, chiamato ad interfacciarsi inevitabilmente dal momento che in questa nuova cooperazione convoglieranno solo i progetti dalle belle speranze in attesa del finanziamento fino al 2020 che per un comune in difficoltà rappresenta, oggi, l’unica anticamera per cercare di racimolare ossigeno prezioso per le casse, oltre che per tentare di rompere da qualche parte pur di confermare l’esistenza.
Allora l’unica circostanza responsabile di cui vorremmo sentir parlare gli attori politici, aspiranti e non, nel 2016 ma anche nel 2017 e 2018, è quello della volontà di superare lo status quo mandamentale. Come? Semplice. Andando oltre campanilismi e steccati puerili che non giovano alla territorialità. E’ ora di mettere mano alla promozione di un referendum che, oltre al discorso dell’Unione del Baianese che possa partire tra qualche anno (se tutto va bene) rappresenta la scorciatoia ideale per dare una nuova immagine e vitalità ad un territorio che necessità principalmente di risposte piuttosto che di agonie burocratiche ed istituzionali.
Ben venga, del resto, anche l’accensione dei motori del circolo “L’Incontro” di Baiano che ha pensato bene di convogliare tutte le organizzazioni socio culturali operative sul territorio con l’obiettivo di diffondere la cultura della fusione che oggi, a quanto pare, da più parti sembra rappresentare l’unica soluzione per la sopravvivenza del territorio.
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