BAIANO. Giornata della memoria, la testimonianza di Tullio Foà al “Giovanni XXIII”
Gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” si sono preparati al giorno della Memoria con un Incontro- Dialogo con la storia vivente, durante il quale è intervenuto Tullio Foà. I ragazzi hanno scritto per la nostra Redazione quanto segue:
“Mercoledì 18 gennaio 2017 presso l’Auditorium della Scuola Secondaria di I grado di Baiano, il DS il prof. Salvatore Morriale, ha accolto i sigg. Giovanni Ferrara e il sig. Tullio Foà, quest’ultimo esponente della comunità ebraica di Napoli, testimone diretto di uno dei periodi più tristi della storia dell’umanità e dello Stato Italiano: quello delle Leggi razziali, della persecuzione e dello sterminio degli ebrei.
L’iniziativa si inserisce nelle attività programmate per gli alunni della S.S di I grado in preparazione alla celebrazione della Giornata della Memoria 2017. Gli alunni delle classi terze, infatti, guidati dai docenti di Lettere e di Storia, si sono preparati all’incontro-dialogo approcciandosi all’argomento attraverso documenti e testi storici ed elaborando cartelloni e domande significative rivolte al sig. Tullio Foà.
Nelle parole di saluto e di accoglienza, il DS ha sottolineato l’importanza di avere a cuore la MEMORIA di questa triste pagina della storia dell’umanità per guardare al futuro del nostro mondo con maggiore positività, traendo dagli errori e dagli orrori vissuti lezioni di vita e non di morte, di coraggio e non di disperazione. La prof. ssa Anna Napolitano, docente di Religione Cattolica e organizzatrice dell’incontro, citando alcuni testi della numerosa letteratura ispirata alla Shoah, si sofferma sulle parole del libro “BAMBINO n. 30529” di Felix Weinberg, dove l’autore, ebreo cecoslovacco, sopravvissuto alla durezza di cinque campi di concentramento, scrive della sua tristezza più grande, quella di non aver potuto studiare negli anni della sua adolescenza.
Il tono pacato, intenso e coinvolgente delle parole del sig. Tullio Foà ha attirato subito l’attenzione silenziosa dei ragazzi che ascoltano il racconto della vita di un bambino di soli cinque anni che nel 1938 subisce le conseguenze delle leggi razziali contro gli ebrei nella città di Napoli. Fatti, persone e avvenimenti si sono susseguiti in una narrazione che parla di una storia passata, ma che si è fatta carne nei ricordi di tanti che l’hanno vissuta. Il sig. Tullio, pur nella drammaticità delle parole, ha trasmesso coraggio, voglia di riscatto per un’umanità che in quegli anni ha dato il peggio di sé. Il dialogo è proseguito, poi, con le domande che numerosi alunni gli hanno rivolto e lui, seduto accanto a loro, ha risposto sempre con tanta pacatezza, profondità e semplicità.
La conclusione dell’intervento del sig. Tullio ha lasciato tutti i suoi interlocutori silenziosi e pensanti soprattutto sul ruolo che deve avere la scuola; ha, infatti, citato le parole di un preside di un liceo americano, polacco, sopravvissuto ad un campo di sterminio: “(…), sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi da diplomati di scuole superiori e università. DIFFIDO, QUINDI DELL’ISTRUZIONE. La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati (…). La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani”.
Abbiamo su cosa riflettere per … NON DIMENTICARE!”