Eletto il lavoro più “disgraziato” d’Italia: per consolarli Giorgetti gli regala 530€ | Tutto nero su bianco

Momento molto delicato per i lavoratori di questa categoria: un impiego definito il più “disgraziato d’Italia”. Ecco perché Giorgetti ha in mente un regalo da 530 € per loro

Come abbiamo avuto modo di raccontare anche in articoli precedenti, nel corso degli ultimi anni il mondo del lavoro in Italia è cambiato considerevolmente.

L’obiettivo di molti cittadini italiani, infatti, è quello di poter accedere a un impiego che rispetti pienamente le loro esigenze, garantendo così uno stile di vita dignitoso e sostenibile.

Le aspettative, poi, crescono in maniera proporzionale al grado di istruzione, soprattutto quando si è concluso il percorso universitario con una laurea in tasca.

Eppure, secondo quanto riportato da alcuni magazine italiani, esiste una professione che è stata recentemente definita come la più “disgraziata d’Italia”, e il motivo vi lascerà davvero senza parole.

Eletto il lavoro più disgraziato d’Italia: in arrivo un “regalo” da 530 euro

Negli ultimi mesi sono state pubblicate numerose notizie legate al mondo del lavoro, tra cui l’annuncio di nuovi concorsi pubblici previsti entro la fine dell’anno. Tuttavia, in queste ore l’attenzione dei media si è concentrata su un impiego che è stato definito tra i più sottopagati d’Europa, con personale ridotto e condizioni lavorative estreme.

Stiamo parlando degli infermieri, che in Italia percepiscono uno stipendio medio di circa 1.500 euro al mese, posizionandosi al terzultimo posto in Europa per retribuzione nel settore sanitario. Ed è proprio per loro che è stato previsto un aumento di 530 euro lordi, ma attenzione: non è tutto oro quel che luccica.

Un bonus che fa discutere: non tutti gli infermieri sono soddisfatti

Secondo quanto riportato dal sito Coinanews.it, per il triennio 2025-2027 è stato previsto un aumento complessivo di 530 euro per gli infermieri italiani. Una crescita che, in otto anni, corrisponde a un incremento del 21% del salario. Ma c’è un dettaglio che non è passato inosservato.

L’aumento non è mensile, ma spalmato su tutto l’arco dell’anno, e alla fine si traduce in circa 66 euro netti in più al mese in busta paga. Una cifra che, per molti, non è sufficiente a compensare le condizioni di lavoro spesso estenuanti.

Come riportato sempre da Coinanews.it, diverse critiche sono arrivate dal mondo sindacale, sottolineando che i veri problemi del settore sanitario restano irrisolti: carichi di lavoro insostenibili, personale sottodimensionato, turni massacranti e condizioni logoranti che mettono a dura prova chi lavora ogni giorno in prima linea.

Ecco perché i sindacati chiedono interventi più incisivi e concreti, che possano davvero cambiare la qualità del lavoro e ridare dignità a una professione fondamentale per il Paese.