di Giovanni Orefice
Dottor Iannace, perché ha scelto di sostenere De Luca?
“È De Luca che ha scelto Carlo Iannace. Tra me e Vincenzo c’è un rapporto antico di stima ed amicizia; mi ha chiesto di dargli una mano per rimettere in sensato il disastrato sistema sanitario regionale ed io ho accettato questa sfida con grande entusiasmo ed umiltà. Metterò a disposizione la mia esperienza e le mie competenze professionali, nella certezza che solo un uomo libero e per bene come De Luca può davvero costruire la svolta che serve all’Irpinia e alla Campania”.
Di cosa ha bisogno questa provincia per uscire da questa fase di stallo economico, culturale e socio-politico?
“Di una nuova visione di futuro, l’Irpinia ha bisogno di uscire dall’isolamento nel quale è stata condannata in questi anni di tagli ciechi e violenti al sistema dei servizi, dalla sanità ai trasporti, ma ha anche bisogno di politiche di sviluppo funzionali a valorizzare le straordinarie potenzialità di cui dispone. L’Irpinia ha bisogno di un orizzonte, di scelte chiare e di una rappresentanza istituzionale, a tutti i livelli, in grado di incidere davvero sul terreno della concretezza”.
Quale contributo può apportare un medico in politica e in particolare in queste elezioni regionali, qualora venga eletto?
“Credo di averLe già risposto, la mia è una candidatura di servizio e qualora dovessi essere premiato nelle urne proverò a mettere a disposizione il mio bagaglio di conoscenze e di esperienze. Dopo di che occorre sempre distinguere, non tutti i medici sono uguali al pari dei politici. Per quanto mi riguarda ho sempre guardato alla politica come a qualcosa che oltrepassa i recinti della rappresentanza istituzionale, è politica tutto quel che riconduce all’impegno per la collettività. E sul punto credo di potermi definire un politico di lungo corso”.
In questi cinque anni dove ha fallito il presidente Caldoro?
“Ha fallito persino laddove afferma di essere riuscito. Il risanamento che Caldoro rivendica non esiste, a partire proprio dalla sanità. Che resterà commissariata perché, come noto, il sistema sanitario regionale non garantisce nemmeno i livelli minimi di assistenza. Ma quel che valer per la sanità vale per i trasporti, per il welfare e per il resto. Caldoro ha fallito perché ha rinunciato a governare i processi limitandosi ad agire con la calcolatrice. Ma avrebbe dovuto fare il Governatore della Regione, non il ragioniere”.
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