Juventus, Locatelli pronto a riprendersi la regia: il capitano torna titolare
Manuel Locatelli - fonte_Instagram - Mandamentonotizie.it
Perché Locatelli sposta gli equilibri: regia, intensità e leadership
Identità tecnica. Con Locatelli in campo, la Juventus ritrova una regia riconoscibile: primo tocco pulito in uscita, verticalità “a corridoio” per le mezzali e gestione dei tempi quando la squadra deve abbassare il battito. In fase di costruzione entra spesso tra i centrali per creare la classica uscita a tre, alternando il gioco corto a cambi lato che liberano l’esterno sul lato debole. Il suo rientro riduce i lanci forzati, aumenta la qualità della prima trasmissione e dà sicurezze al portiere nelle giocate rasoterra sotto pressione.
Pressione e recupero. Senza palla, Locatelli è il sensore delle seconde palle: orienta la squadra nella riaggressione, detta la linea del pressing e chiude la “porta di servizio” centrale. La Juventus guadagna metri perché il capitano è bravo a leggere anticipo e copertura, accorciando subito dopo la perdita. Nei momenti di sofferenza, invece, è lui a “girare la clessidra”: due passaggi semplici, squadra alta di cinque metri, respiro collettivo.
Leadership. La fascia al braccio pesa, ma Locatelli la indossa con pragmatismo: richiami, incoraggiamenti e scelte chiare nelle palle inattive. La sua presenza stabilizza i giovani e alza lo standard di attenzione nei finali, quando la Juventus ha bisogno di abbassare il rumore e gestire risultato e campo.
Palle inattive. Da corner e punizioni laterali, la sua battuta “a filo” trova spesso il primo palo per le sponde dei centrali; sulle punizioni dirette, la soluzione a giro dal limite resta un’arma credibile. Ma il valore aggiunto è nel secondo pallone: lettura della ribattuta e nuovo cross “a memoria” che trasforma il caos in opportunità.

Cosa cambia nello schieramento: compiti per esterni, mezzali e punte
Esterni più alti. Con la regia di Locatelli, gli esterni possono salire di qualche metro: meno compiti di uscita, più ampiezza e attacchi al secondo palo. Il flusso tipico diventa: uscita corta → scarico su Locatelli → cambio gioco sulla corsia lontana. Così si allargano le maglie avversarie e si creano 1v1 puliti.
Mezzali “a fisarmonica”. Una mezzala si alza tra le linee, l’altra accorcia vicino al capitano per offrire il terzo uomo: ricezione sul corto, scarico di prima, imbucata nello spazio. Con Locatelli i triangoli si moltiplicano e la Juventus può alternare possesso paziente e strappi centrali, evitando la prevedibilità di un solo canale esterno.
Punte servite prima e meglio. Le punte beneficiano della sua verticalità calibrata: non palloni “spenti”, ma imbucate sul piede preferito per la giocata di prima o il tiro in corsa. Nei match chiusi, il capitano prova la palla “taglia-linee” alle spalle del mediano avversario, la più difficile da leggere e da intercettare.
Transizione difensiva più corta. Quando la Juve perde palla, la posizione di Locatelli accorcia l’onda d’urto: primo contrasto, fallo tattico “pulito” se serve, tempo per la squadra di rientrare. È un’assicurazione sulla fase di equilibrio: meno corse all’indietro, meno 1v1 aperti per i centrali.
Gestione del punteggio. In vantaggio, Locatelli diventa metronomo: scandisce i tempi, rallenta o accelera a seconda del contesto, sceglie quando “tenere” nel mezzo o alzare la sfera sul lato forte per congelare. In svantaggio, alza il raggio del passaggio e cerca combinazioni rapide con trequarti ed esterni per rompere la linea.
Le chiavi del suo rientro. Ritmo partita: tornare subito ad alti giri senza “strappare”, alternando corto-lungo per togliere riferimenti. Comunicazione: guidare il pressing con segnali chiari, soprattutto agli esterni. Dettagli: postura aperta alla ricezione, primo controllo orientato, scelta del tempo nel tackle. Se queste tre voci tornano al livello abituale, la Juventus guadagna identità e punti di riferimento nelle due fasi.
Il rientro da titolare di Manuel Locatelli non è solo una buona notizia per la formazione: è il ripristino del cervello della squadra. Con la sua regia, la Juventus può salire di qualità nel possesso, accorciare nelle transizioni e affrontare con più fiducia le prossime tappe di campionato e coppe. Il capitano torna al suo posto: davanti alla difesa, tra i compagni, con la bussola in mano.
