SANITÀ AL COLLASSO – Chi non ha soldi per il privato resta senza esami: già da luglio saltano tutte le visite | La sanità pubblica è finita

La sanità al collasso (Foto di Marek Studzinski su Unsplash) - mandamentonotizie.it
Curarsi diventa sempre più solo una roba da ricchi. Con la sanità al collasso ti puoi curare solo se hai i soldi per andare da un privato.
C’è un’Italia silenziosa, che si ammala e aspetta. Non è sui titoli dei telegiornali, ma si affolla nei corridoi degli ospedali, nei centri prenotazione, negli ambulatori bloccati. C’è chi ha bisogno di un esame urgente e scopre che la prima data disponibile è mesi dopo. O peggio: non ce n’è nessuna.
Migliaia di persone, ogni giorno, rinunciano a curarsi. Anche se aspettare troppo a lungo può significare peggiorare. Perché non tutti possono permettersi di pagare.
La sanità pubblica, nata per curare tutti, fiore all’occhiello della nostra Italia, oggi sembra non poter curare più nessuno. E si salva solo chi può permettersi di scegliere il privato.
Da luglio, secondo quanto emerge da numeri recenti, la situazione potrebbe peggiorare ancora. In molte Regioni i fondi sono finiti, le liste sono bloccate, e chi ha prenotazioni per visite o esami rischia di vedere tutto rimandato a data da destinarsi. O cancellato del tutto.
Sanità al collasso: liste chiuse
I provvedimenti messi in campo dal Governo lo scorso anno con il famoso “decreto liste d’attesa”, spiega fanpage.it, non stanno funzionando. A dirlo non è l’opposizione, ma la Fondazione Gimbe (“organizzazione non-profit che si occupa di ricerca, formazione e promozione di buone pratiche in ambito sanitario”), che denuncia: “Non ci sono benefici concreti per i cittadini”. Solo nel 2024, secondo l’analisi, quasi sei milioni di italiani hanno rinunciato a visite ed esami. Di questi, quattro milioni lo hanno fatto perché i tempi erano troppo lunghi.
Il decreto doveva rivoluzionare il sistema, ma finora è rimasto sulla carta. Dei sei decreti attuativi previsti, solo tre sono stati adottati, e tutti con mesi di ritardo. “Il fenomeno della rinuncia alle prestazioni sanitarie”, spiega il presidente Nino Cartabellotta, “coinvolge l’intero Paese”. Anche chi, fino a pochi anni fa, si sentiva tutelato: residenti al Nord, persone con un buon livello di istruzione.

Ora si cura solo chi ha i soldi
I numeri dell’Istat sono chiari, riporta ancora il sito citato: il 9,9% della popolazione ha rinunciato a curarsi nel 2024. E il dato è in crescita costante: erano il 7,6% l’anno prima. A pesare non sono solo le attese infinite, ma anche il costo delle cure private: 3,1 milioni di italiani hanno detto no a una visita per ragioni economiche.
Nel frattempo, il ministro Schillaci ha annunciato che la piattaforma nazionale delle liste è attiva, ma non esistono dati pubblici che dimostrino una riduzione dei tempi. Il rischio, spiega Gimbe, è che tutto resti “una promessa mancata”. Il vero problema è che la salute non può aspettare. E oggi, in Italia, se non hai tempo o soldi, spesso non hai scelta. La sanità pubblica non basta più. E il prezzo lo pagano i più fragili.