TARI, stangati gli “zozzoni”: più spazzatura produci, più te la fanno pagare | Da oggi te la pesano col misurino

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Spazzatura (Foto di -Rita-👩‍🍳 und 📷 mit ❤ da Pixabay) - mandamentonotizie.it

Arriva una nuova tassa come se non ne avessimo abbastanza: da oggi più spazzatura produci e più te la fanno pagare. 

Quante volte ci siamo lamentati della tassa sui rifiuti, senza sapere davvero come funziona. Per molti è solo una voce in più nel marasma delle bollette, una spesa inevitabile che si paga un po’ alla cieca.

Ma pare proprio che presto non sarà più così.  E ognuno pagherà in base a quanta spazzatura produce davvero.

C’è un cambiamento in arrivo, e potrebbe rivoluzionare il nostro modo di rapportarci ai rifiuti. Non si tratta solo di pagare di più o di meno: è una questione di responsabilità personale, e anche di premi per chi adotta comportamenti virtuosi. Un po’ come quando vai in palestra e scopri che allenarti fa bene, ma ti fa anche risparmiare (sulle spese per la salute).

In un’epoca in cui tutti parlano di sostenibilità e impatto ambientale, le parole iniziano a trasformarsi in fatti concreti. Non è più tempo di rimandare: chi inquina paga, e chi si impegna sarà (finalmente) riconosciuto.

Tari: più spazzatura produci più paghi

Sta per  entrare in gioco una nuova strategia, che unisce tecnologia, buonsenso e un pizzico di rigore: se produci rifiuti, te li misurano. E sì, proprio come dice il titolo, col misurino.

Il cuore della novità è un sistema di cauzione intelligente, che punta a ridurre drasticamente la mole di rifiuti da imballaggio. Quando compreremo bevande in contenitori monouso – plastica, vetro o alluminio – pagheremo una piccola cauzione. Restituendo il contenitore vuoto, riavremo quei soldi indietro. Un meccanismo semplice, ma potente.

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Bottiglie di plastica (Foto di Hans da Pixabay) – mandamentonotizie.it

Il nuovo sistema in vigore

Il sistema sarà obbligatorio per bottiglie di plastica (fino a 3 litri), lattine (fino a 1 litro) e bottiglie di vetro riutilizzabili (fino a 1,5 litri). I grandi punti vendita dovranno accettare i resi, mentre i negozi più piccoli potranno aderire su base volontaria, come indica roadtvitalia.it. Così si premia chi collabora, e si stimola chi è ancora indietro.

L’Italia è in ritardo: nel 2022, il riciclo degli imballaggi si è fermato al 53%, ben lontano dal 65% richiesto dall’Europa entro il 2025. Intanto, Paesi come Germania e Finlandia hanno già superato il 90% di raccolta. Non è utopia: è solo questione di organizzazione. E  di volontà. Oltre a ridurre rifiuti e inquinamento, il sistema potrebbe portare nuovi posti di lavoro nel settore ambientale. Al momento la data di partenza di questo nuovo sistema potrebbe essere ottobre 2025, ma nulla è ancora certo. Attendiamo novità.