La prima volta contro il Carotenuto. Per chi era designato nuova bandiera della squadra di Mugnano del Cardinale l’effetto, le sensazioni, le emozioni non potranno mai essere pari a zero. Il cuore non batterà come sempre. E ogni pallone giocato, o nel suo caso accarezzato, peserà non chili, ma quintali. Per lui, probabilmente, sarà la partita della vita in cui dimostrerà, a trent’anni compiuti solamente da qualche giorno, di essere utile a quella Promozione dove qualcuno (forse) non lo riteneva più adatto.
La maglia rossonera, infatti, Massimo Aubry sembrava tenerla cucita (stretta) addosso in modo che nessuno potesse strappargliela. Tanti anni di militanza fatti di gioie, ma anche dolori. Campionati da leader o meno, Aubry è sempre stato al suo posto. Con la numero dieci sulle spalle pronto a dare il suo contributo.
Qualcuno, in era recente, non immaginava il Carotenuto senza di lui (anche con Montuori e De Stefano a fare da chioccia alle nuove leve; oggi sappiamo tutti come stanno le cose).
Invece lo “strappo”, quello inimmaginabile, c’è stato. Divergenze con la società e via. “Andata senza ritorno”, proprio come canta Giusy Ferreri. Per ora. Perché malgrado tutto stima e corteggiamenti vari non sono mancati. Tre anni dopo ecco che le strade di Aubry e del Carotenuto si ricongiungono. Da avversari. Nel corso dei mesi scorsi c’era stata, appunto, la possibilità di tornare nuovamente alleati, ma al “Sanseverino”, sponda Carotenuto, Aubry non ci ha più messo piede. Né quest’estate, né quella precedente. Né quella dietro ancora. La storia, però, ci insegna che i capitoli possono sempre aprirsi o riaprirsi in qualsiasi momento. Aubry, probabilmente, ben volentieri lo farebbe perché di rossonero non dispiacerebbe vestirsi. Per ora, però, c’è un paragrafo tutto da scrivere dedicato esclusivamente alla sua prima sfida da ex contro la squadra che prima lo ha visto nascere, poi crescere, poi debuttare, poi infilargli la fascia di capitano, poi incoronarlo e poi, infine, mestamente scaricarlo. Per questo motivo non solo darà il massimo, ma vorrà anche vincere.
In estate ha deciso di accettare la corte del Taurano. Ha accettato, senza se e senza ma, e si è messo in discussione. Mister Peluso lo tiene in considerazione e lo sta aiutando a trovare il giusto equilibrio tra i reparti. Nell’età della maturazione assoluta, Aubry sta ben figurando. Contro il Carotenuto non si accontenterà della sufficienza, ma di qualcosa di più importante. E, restando sulle note della Ferreri, “fino all’ultimo secondo”: per i mugnanesi un avversario in più non semplice da contenere?
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