Torna ad Avellino da Teheran, parla il professore irpino: “Pensavo fosse un temporale”. Ma erano bombe

Torna ad Avellino da Teheran, parla il professore irpino: "Pensavo fosse un temporale". Ma erano bombe

Torna ad Avellino da Teheran, parla il professore irpino: "Pensavo fosse un temporale" (mandamentonotizie.it / pexels)

Torna ad Avellino da Teheran, parla il professore irpino: "Pensavo fosse un temporale". Ma erano bombe
Torna ad Avellino da Teheran, parla il professore irpino: “Pensavo fosse un temporale” (mandamentonotizie.it / pexels)

Di nuovo ad Avellino il professore che insegna a Teheran. Le sue parole

Teheran si trova di nuovo in uno stato di emergenza a causa dei raid missilistici che l’hanno colpita in queste ultime ore e, a distanza di anni, la città rivive l’incubo del conflitto mai risolto e mai realmente concluso contro l’Iraq. I blackout sono all’ordine del giorno, con una popolazione sempre più allarmata che proprio in queste ore si sta spostando verso il nord del paese alla ricerca della salvezza,

Difficile però muoversi in macchina o con i mezzi a causa della viabilità rallentata, così come è difficile comunicare con i telefoni o con i mezzi digitali. È questo, e molto altro, ciò che ha visto con i propri occhi il professor Mauriello, originario di Avellino ma docente di Storia presso la Facoltà di Letteratura persiana a Teheran.

Da Avellino a Teheran: le parole shock di Raffaele Mauriello

Il momento più forte dell’offensiva sull’Iran ha avuto luogo settimana scorsa, nel pieno della notte. Raffaele Mauriello stava dormendo e, poiché fino a quel momento Teheran la si poteva considerare una città tranquilla nella quale l’unica ipotesi plausibile era quella di un’intesa con gli USA, mai si sarebbe aspettato quanto poi è accaduto. Alle tre di notte, però, tutto è cambiato: dal suo letto ha sentito i rumori di quelle che poi avrebbe scoperto essere bombe ma che, sul momento, aveva pensato fossero lampi e tuoni.

L’ambasciata italiana ha subito contattato i connazionali presenti in Iran, tra cui lui, comunicandogli che gli sarebbe stato garantito un corridoio attraverso l’Azerbaigian. La partenza, però, è stata tesa: mentre si trovavan nella residenza dell’ambasciata un missile è caduto a pochi metri da loro. “È stato un boato fortissimo, che ha segnato l’inizio della fuga“, ha rivelato il professore.

Da Avellino a Teheran: le parole shock di Raffaele Mauriello
Da Avellino a Teheran: le parole shock di Raffaele Mauriello (mandamentonotizie.it / pexels)

Il rientro ad Avellino

Complesse le pratiche di rimpatrio dei 29 italiani a Teheran, spaventati dal missile caduto a poche centinaia di metri da loro mentre erano nel palazzo dell’ambasciata. Alla frontiera li hanno fermati alcuni uomini armati, che li hanno interrogati sulle loro identità e sui motivi del loro spostamento. Uno alla volta li hanno verificati tutti quanti: la paura che qualcuno non riuscisse a proseguire era tanta ma, per fortuna, tutto è andato bene.