Ultim’ora: introdotta la tassa di 2000€ per sole donne | “Colpa della vostra fertilità”: diritti femminili massacrati

Donne costrette a pagare una tassa - mandamentonotizie.it (Foto Depositphotos)
Essere donna è tutt’altro che facile in una società che si dichiara moderna, ma è tutt’altro: oltre al danno, si aggiunge anche la beffa.
È un periodo storico in cui si combatte ancora per i diritti delle donne e, in particolar modo, per l’uguaglianza di genere che continua ad essere un problema in molti settori, quello del lavoro in primis.
Essere donna in Italia è tutt’altro che facile: si discute continuamente delle discriminazioni nel mondo del lavoro, della violenza di genere, delle difficoltà nella conciliazione lavoro-famiglia e dei divari occupazionali.
E non si possono tralasciare le molestie sul lavoro, le discriminazioni e l’iniquità salariale, che ad oggi sono temi che accendono il dibattito pubblico, ma per i quali non sono ancora state trovate delle soluzioni efficaci.
A questi si aggiunge un altro grosso problema che, sebbene regolamentato da una legge, costringe le donne a pagare una tassa onerosa pur di ottenere un servizio che spetta loro di diritto.
Essere donne in una società patriarcale
Nonostante i tantissimi diritti ottenuti dalle donne negli ultimi decenni grazie a battaglie che sono state combattute da altre donne, il genere femminile, ad oggi, continua ad essere svantaggiato. Sono tanti i diritti che non vengono loro riconosciuti o che, seppur regolamentati da leggi, nei fatti non trovano riscontro. Uno di questi è il diritto all’aborto: la legge 194 garantisce alla donne la possibilità di interrompere volontariamente la gravidanza ma, nei fatti, l’intervento della politica e della chiesa rende tale pratica molto difficile da compiere.
L’interruzione volontaria di gravidanza, infatti, può essere effettuata per legge entro i 90 giorni dall’inizio della gravidanza, sia presso strutture pubbliche che presso enti privati. Farlo con un servizio del Sistema Sanitario Nazionale costerebbe solo il ticket, ma spesso le donne non hanno la possibilità di procedere in questo modo poiché si trovano di fronte a obiettori di coscienza. La soluzione finale, dunque, non resta che quella di pagare una tassa, tutt’altro che economica.

La tassa obbligatoria per tutte le donne
Chi decide di procedere con l’aborto in una struttura privata non può farlo gratis o previo pagamento di ticket. Ogni struttura ha dei costi che possono variare in base ai servizi offerti e alle settimane di gestazione. L’interruzione volontaria di gravidanza effettuata privatamente, quindi, ha un costo che oscilla tra gli 800 e i 2000 euro.
L’alternativa a questa possibilità è farlo in altri paesi europei, ma anche in questo caso le donne sarebbero costrette a pagare il servizio con costi tra le 600 e le 1800 euro.