CAROTENUTO. L’ex capitano Gelotto dice addio al calcio
Con un’intervista rilasciata ai colleghi di Sport Event, l’ex capitano del Carotenuto Giuseppe Gelotto dice addio al calcio.
“Sono cresciuto su un campo di calcio, ho trascorso la maggior parte della mia vita su quel rettangolo verde, da ragazzo con la gioia di incontrare i miei amici e di dare il meglio di me in ogni partita, da calciatore professionista cercando di non deludere mai le società e i tifosi che avevano creduto in me, da adulto, oggi, rispettando ciò che il mio corpo, ma soprattutto il mio cuore mi dicono “
Non ci giriamo attorno, oggi siamo qui a parlare del tuo addio al calcio e vedo che, per quanto sia una decisione sofferta è una scelta che fai con grande serenità.
“Una scelta soprattutto ben ponderata, che nasce dalla voglia di dedicarmi alle persone che, in questi anni , hanno vissuto con me le mie assenze pomeridiane per gli allenamenti, o le domeniche saltate per le partite. Io vengo dal calcio fatto di 4 allenamenti settimanali, vengo dal calcio dove la maglia andava sudata oltre ogni limite fisico o problema muscolare. Oggi devo quelle ore e quell’impegno a loro, a mia moglie e a mio figlio che non mi hanno chiesto mai nulla se non la mia attenzione, quella stessa che ho dedicato alle compagini in cui ho militato”.
So che non c’è bisogno di ricordare quanto la tua carriera da calciatore, da dominatore del centrocampo sia stata lunga e ricca di soddisfazioni , ma permettimi di nominare categorie importanti come la serie D, l’Eccellenza, la Promozione con Ebolitana, Pomigliano, Arzanese, Casertana, Gladiator, Marcianise, capitano per un decennio, non posso pensare che questo sia un addio definitivo.
“E’ un addio definitivo al calcio giocato come professionista tra i dilettanti, da questo momento voglio giocare come agli inizi a Scampia, mio quartiere di origine. Parteciperò ai tornei con i miei coetanei, gli over 40 e mi divertirò come quel bambino che tirava calci ad un pallone per strada solo per il gusto di giocare e seguirò mio figlio undicenne, al quale nel DNA ho trasmesso l’amore per questo sport, seguirò la scuola calcio perchè vorrei insegnare ai bambini i valori che il calcio e lo sport in generale veicolano”.
Figlio calciatore e scuola calcio, non ti vedo come quei papà urlanti a bordo campo“
!Effettivamente sto pensando più alla panchina, in un futuro che agli spalti, ma il mio desiderio oggi è di seguire il mio lavoro nella vigilanza antincendio presso l’ospedale Moscati di Aversa e di dedicarmi alla mia famiglia trovando un nuovo equilibrio nella mia vita”.
Un addio on line, un po’strano, ma in linea con i tempi che stiamo vivendo, te lo immaginavi così?
“No, io immaginavo tifosi e compagni di squadra e anche qualche lacrima trattenuta, ma in realtà, per ora lo annuncio, poi, lo festeggerò, ci ho pensato molto, a modo mio, rispettando l’idea di calcio che ho sempre sostenuto: quella di uno sport dove bisogna divertirsi. La mia ultima partita da calciatore la voglio giocare con mio figlio e i suoi compagni, una sorta di passaggio di consegne e invito voi di Sport Event ad esserci, insieme a chi, nel tempo, ha imparato ad apprezzarmi”