BAIANO STORY. Questa squadra deve giocare “All’Ascarelli”
di Nicola Montanile
Lo dicevano, negli anni trenta, alcuni sfollati napoletani, residenti nel paese, caro a Santo Stefano, constatando che la squadra del Napoli, in piena crisi calcistica, veniva sconfitta ripetutamente.
L’Ascarelli, ovviamente, era l’antico stadio napoletano, nei pressi di
Poggioreale, distrutto dagli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale.
La ricorrente espressione stava ad indicare quanto la compagine del
Baiano, in campo calcistico, già a quei tempi, fosse fortissima, tanto da poter
disputare, senza problemi, incontri con squadre di seria A.
E, pure, incredibilmente, si è
rischiato di non partecipare al campionato di promozione, relativo al
2019/2020 dopo le dimissioni del presidente avellano, Antonio D’Avanzo, ex
valente e talentuoso calciatore, protagonista indiscusso di tappeti verdi di
categorie superiori.
Ma l’amore passionale per i colori granata ha fatto si che si è riuscito
a costituire una nuova dirigenza e, quindi, il passato ritorna alla ribalta,
intriso di passione dei tifosi e lo si evince con uno squarcio descrittivo,
dopo una delle tante partite giocate dei tempi belli di una volta “Grande
era l’interesse del pubblico, e veramente emotivo, suscettibile cioè di
ingenerare una forte e bella impressione, era lo spettacolo di fine partita,
allorquando una fiumara di popolo placido e sorridente usciva dal campo e
serenamente rifaceva il corso, questa volta in salita, per guadagnare la piazza
del paese. Ivi, o nel vicino circolo sociale, o nell’attigua sede sportiva o al
bar i cittadini di ogni età si raggruppavano in capannelli e con sereni giudizi
valutavano l’andamento della gara. Si ripeteva, ma in tono molto minore,
quant’era capitato pochi anni prima col concerto bandistico di Marincola: non
solo alcuni tifosi, commercianti o impiegati, finanziavano la squadra
calcistica, ma erano lieti di farlo, e perché essa per il vivissimo sentimento
dei propri meriti e della propria disinteressata attività era un po’ l’orgoglio
del paese, e perché consentiva di leggere e godere la pagina sportiva del
lunedì quasi sempre laudativa nei riguardi di quanti, vittoriosi con l’utilizzo
dei soli elementi locali, ben figuravano collocandosi subito dopo il capoluogo
di provincia.
Certamente, sarebbe molto significativo scrivere lo slogan degli sfollati napoletani nello spogliatoio e farlo anche
intonare dai calciatori prima di scendere in campo, perchè è un inno di
orgoglio e di responsabilità.
(Continua)