Partite IVA in lacrime: se hai firmato queste fatture sei nei guai fino al collo | La Finanza le considera FALSE

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Guardia di Finanza (fonte wikicommons) - mandamentonotizie.it

Allarme Partite Iva: partono i controlli della Guardia di Finanza, e chi ha firmato queste fatture è adesso nei guai.

Ci sono errori che si pagano cari, soprattutto quando riguardano documenti ufficiali. Basta una firma sbagliata, un dettaglio trascurato o una leggerezza in buona fede per trasformare una semplice operazione contabile in un problema serio.

Negli ultimi mesi, diverse verifiche della Guardia di Finanza hanno portato alla luce pratiche diffuse che coinvolgono professionisti, artigiani e piccole imprese. E non sempre chi è finito nei guai era pienamente consapevole di ciò che stava firmando.

In alcuni casi, si è trattato di documenti ricevuti e registrati senza troppe domande. In altri, invece, di collaborazioni apparentemente regolari che poi si sono rivelate qualcosa di ben diverso.

Ma il punto è: cosa succede se ricevi una fattura “sbagliata”? Se hai firmato questo tipo di fatture, sei davvero nei guai.

Partite IVA: chi ha firmato è nei guai

Il problema, come segnala anche money.it,  si chiama fattura falsa, ed è molto più comune di quanto si pensi. Si tratta di documenti che riportano operazioni mai avvenute, parziali o gonfiate. Un escamotage usato spesso per ridurre le tasse da pagare, aumentando artificialmente i costi.

A molti viene spontaneo pensare che la colpa ricada solo su chi la emette. Ma la realtà è molto più complessa: anche chi riceve la fattura può essere coinvolto, anche se non era a conoscenza della frode. Per il Fisco, la responsabilità non si limita a chi crea il documento, ma si estende anche a chi lo accetta e lo inserisce nella propria contabilità. Come è possibile?

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Le fatture (Foto di FIN su Unsplash) – mandamentonotizie.it

Le fatture sotto controllo

In questi casi, suggerisce sempre il sito citato, sta al destinatario dimostrare la propria buona fede, ovvero di non essere parte attiva della frode. Una cosa non sempre facile, soprattutto se non ci sono prove concrete (mail, contratti, scambi scritti) che giustifichino il servizio o prodotto fatturato.

Le conseguenze variano: sotto una certa soglia si rischia una sanzione amministrativa, ma oltre certi importi si entra nel penale, con processi, multe salate e, nei casi più gravi, anche la reclusione. E tutto questo può accadere anche se il beneficiario non ha guadagnato nulla dall’operazione. Per evitare rischi quindi  è fondamentale verificare sempre le fatture ricevute: controllare che corrispondano a lavori realmente svolti, chiedere conferma scritta delle prestazioni e conservare ogni prova. La prudenza, in questi casi, non è mai troppa. Perché a finire nei guai basta poco. Anche solo una firma.